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La nostra recensione di Borat 2 su Amazon Prime Video

In questa recensione di Borat 2 facciamo un breve riassunto delle vicende di Borat 1 e scopriamo la trama del nuovo film. Vi offriamo anche alcuni spunti di riflessione su questo sequel di Amazon Prime Video, che ha fatto scalpore, soprattutto per gli scherzi giocati ai danni dei politici americani Mike Pence e Rudy Giuliani.

Chi è Borat, il personaggio di Sacha Baron Cohen

Borat Sagdiyev è un personaggio immaginario interpretato dall’attore britannico Sacha Baron Cohen. Il primo film del 2006 che lo ha visto protagonista si intitola “Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan!”.

In questa pellicola Borat è uno strampalato giornalista del Kazakistan che vive un’esistenza completamente fuori dagli schemi occidentali e dal buonsenso comune. Vedendo certe scene non dovete farvi prendere dai pregiudizi: tutto scorre sul confine tra lecito e ironia.

Molti hanno accusato il film di antisemitismo. Tuttavia Sacha Baron Cohen è ebreo e sostiene che il suo personaggio razzista e misogino è una parodia del movimento antisemita, più che una sua giustificazione.

Cos’è successo in Borat 1, il film del 2006

Il primo film di Borat è un falso documentario (definito anche “mocumentario”): il protagonista fa un viaggio negli Stati Uniti assieme al suo assistente Azamat, per spiegare le differenze tra la cultura americana e quella kazaka.

Durante il viaggio vede Pamela Anderson, la bella bionda di Baywatch, e se ne innamora. Rimasto vedovo per la morte improvvisa della moglie in Kazakistan, Borat decide di correre a Los Angeles a chiedere la mano di Pamela. L’assalto di Borat a Pamela viene bloccato dalle guardie del corpo dell’attrice, che fugge impaurita.

Qualunque spettatore, vedendo per la prima volta il film, si chiede quanto ci sia di vero e quanto sia finzione. Dare una risposta non è facile. La troupe del film ingaggiava delle comparse dicendo loro che si trattava di un documentario sull’integrazione degli stranieri in America. Le comparse non sapevano che si trattava di un film comico, anche se molti di loro rispondono a Borat con frasi che rasentano l’assurdo.

La nostra recensione di Borat 2 su Amazon Prime Video

Nel film “Borat – Seguito di film di cinema” uscito su Amazon Prime Video nell’ottobre 2020, troviamo ancora Borat alle prese con un viaggio negli Stati Uniti. Anche stavolta la pellicola assume le parvenze di un falso documentario ma ora la missione di Borat è diversa. Il presidente del Kazakistan gli chiede di andare da Mike Pence, vice di Donald Trump, a consegnarli un regalo a nome della loro nazione: la star del mondo del porno, la scimmia Johnny.

La scimmia viene impacchettata in una grande cassa di legno ma, all’arrivo negli Stati Uniti, Borat ci trova dentro il cadavere dilaniato del povero animale e sua figlia Tutar, interpretata dall’attrice bulgara Maria Bakalova. La giovane quindicenne si è imbarcata di nascosto per poter coronare il suo sogno: essere data in sposa (o schiava?) ad un ricco uomo americano.

Borat chiede quindi al suo capo se può sostituire la scimmia con sua figlia Tutar, come regalo per Pence, e il capo acconsente. La morettina sporca e trasandata viene trasformata da Borat in un’avvenente bionda teenager americana. Oltre a cambiare nell’aspetto fisico, Tutar impara anche a conoscere i diritti delle donne e le pari opportunità, situazione che la porta in contrasto con gli insegnamenti del padre e con la sua cultura.

Intanto la consegna di Tutar a Mike Pence durante una conferenza (con Borat vestito da Donald Trump e sua figlia in spalla come un sacco) non va a buon fine.

Cosa succede nel finale del film

Borat cambia quindi obiettivo: decide di consegnare Tutar al collaboratore di Trump, Rudy Giuliani. Qui facciamo un po’ di spoiler e vediamo i retroscena dell’accaduto.

Sua figlia riluttante acconsente allo scambio, temendo nelle ritorsioni del governo kazako contro suo padre. Così, travestita da giornalista, incontra Giuliani. L’intervista si conclude nel backstage, in una situazione davvero contraddittoria. Sul più bello irrompe Borat fermando un presunto approccio tra i due e salvando la figlia. Alla quale poi dichiarerà che non la ama al pari dei suoi figli maschi ma la ama più di tutti loro messi insieme.

Dopo l’uscita del film il politico ha detto che la credeva una normale intervista e non un film comico e che si stava solo togliendo il microfono da dentro i pantaloni. Inoltre si è lamentato del fatto che i tagli di scena e i montaggi ad hoc hanno cambiato completamente la realtà dei fatti. Come recita anche il proverbio “Tutti siamo cattivi in una storia raccontata male”, quindi lasciamogli il beneficio del dubbio.

Anzi non poniamoci troppi problemi: Borat 2 va guardato col sorriso e con un po’ di apertura mentale, senza vedere per forza in ogni personaggio un buono o un cattivo. L’unica cosa che Baron Cohen vuole denunciare sono gli stereotipi e il conformismo della società moderna!

La spiegazione del finale: uno spunto di riflessione sulla crisi sanitaria globale

Nel finale scopriamo che la missione di Borat non doveva essere la consegna di un dono a Trump, bensì… la diffusione del coronavirus! Prima di partire infatti nel suo sangue è stato iniettato un fantomatico siero a base di “lacrime di zingara”, che si rivela essere il morbo del 2020! Nella film il governo ha attuato questo piano per punire le altre nazioni, che non lo consideravano di striscio. Il silenzio di Borat (positivo asintomatico) e della figlia viene comperato con una pioggia di soldi.

Su tale questione il messaggio che Borat 2 ci vuole dare è questo: non cerchiamo di trovare un colpevole per la situazione in cui ci troviamo. Le nostre congetture non fanno altro che creare odio, ignoranza e divisioni. Forse la verità è dove meno ce la immaginiamo. E forse non la sapremo mai!

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