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Siamo fatti così su Netflix: la sigla senza censura

Il cartone animato “Siamo Fatti Così” è tornato alla ribalta grazie a Netflix e alla sua decisione di mandare in onda la sigla completa senza censure.

La serie francese “Siamo fatti così”

Questa serie anime ha vari titoli: “Siamo fatti così” (serie animata di Mediaset), “Esplorando il corpo umano” (titolo della DeAgostini), “Il était une fois… la Vie” (“C’era una volta la vita”, titolo originale francese).

Si tratta di una produzione televisiva francese a scopo educativo, che spiega il funzionamento del corpo umano. L’idea è venuta ad Albert Barillé, produttore televisivo, sceneggiatore e fumettista francese, che ha fondato lo studio di animazione Procidis.

“Siamo fatti così” ha riscosso un grande successo, grazie alla creatività del disegnatore, che ha personificato molti componenti ed elementi del nostro organismo e ne ha fatto dei personaggi iconici.

Ad esempio il linfocita Capitano Pierrot, bello e giovane pilota che assomiglia ad un eroe dei manga, come i piloti di Daitarn III, Mazinga Z, Ufo Robot. Con lui c’è l’affascinante tenente linfocita, che ha vari nomi: Psi, Pti, Mercedes o Kir. Capelli lunghi, neri, pelle un po’ scura, assomiglia a Pocahontas.

Il Maestro è una specie di mega direttore galattico, con una barba enorme che gli copre tutto il corpo. C’è poi Grosso, il capo dei globuli bianchi. E ci sono i cattivi Nabot e Tignoso, rispettivamente capo dei virus e capo dei batteri.
Nella serie questi personaggi hanno tutti un loro alter ego reale in carne ed ossa.

La sigla di Siamo Fatti Così su Netflix senza censura

La sigla di apertura, così come era andata in onda in Italia nel 1987, era stata decurtata di alcune scene iniziali, somiglianti a quelle dell’episodio 16, intitolato “La nascita”.

Queste scene mostrano un ragazzo con i capelli castani e una ragazza bionda e riccia, senza vestiti, che si abbracciano. Poi volano in cielo, si trasformano in un ovulo e da lì nasce un bambino.

Le scene riprese dall’episodio 16 “La nascita”

Ma andiamo all’episodio 16 della serie: già dopo il primo minuto vediamo una scena di nudo. Due Australopitechi si trasformano in due bellissimi Homo Sapiens Sapiens nudi, come Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre.
Si prendono per mano, si abbracciano ed iniziano a roteare, volando in cielo e trasformandosi in una palla informe, che esplode.

Nella scena successiva ci sono degli spermatozooi che navigano dentro il ventre femminile. Il disegnatore li ha raffigurati come delle navicelle corazzate e metalliche, simili alle astronavi di Star Wars o Star Trek.

Il collo dell’utero è una grande porta argentata, rotonda e che si apre come una base spaziale. Lì le povere navicelle spaziali vengono travolte da uno tsunami. Quelle che riescono ad uscire dalle acque riprendono il loro volo.

“Siamo fatti così” come Star Wars

Una grande tristezza ci assale nel momento in cui la voce narrante ci spiega che centinaia di milioni muoiono per sfinimento o cadono nelle trappole delle tube di Falloppio. I pochi sopravvissuti arrivano nel luogo dove è custodito l’ovulo. Le navicelle cominciano a bombardare prepotentemente le pareti rocciose. Lo scontro a fuoco termina quando una navicella trova una botola, la cosiddetta “entrata segreta”.

Dentro all’ovulo, i passeggeri della navicella scendono: sono i cromosomi. Qui avviene l’incontro tra i cromosomi della navicella e quelli dell’ovulo, maschili e femminili, che iniziano a ballare il valzer.
Da lì comincia la vita…

Verso la fine, al minuto 23:00 possiamo vedere il risultato dell’opera: il momento del parto con la testa del bambino che sbuca felice da dove è entrato 9 mesi prima. Due mani lo prendono per il collo e si sente un “crack” inquietante. Poco dopo il povero bambino è a testa in giù con un dottore che gli da delle pacche sonore sulla schiena e lui piange. Forse questa cosa si faceva negli anni ‘80 ma oggi non credo!

Questo era un episodio molto importante nella mente degli ideatori della serie, dato che era il numero 2. In Italia negli anni ’80 lo misero alla fine, in sedicesima posizione. Probabilmente un bambino dopo 15 puntate è più “adulto”? E perché censurare le immagini iniziali della sigla? Poteva essere traumatico per un bambino vedere queste scene tutti i giorni per 26 volte? Non lo sapremo mai…

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