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La spiegazione del film “E venne il giorno” (The Happening)

Per chi lo ha visto nel 2008 non è stato facile trovare una spiegazione del film “E venne il giorno” (The Happening) di M. Night Shyamalan.

Questo film nel 2008 ha ottenuto addirittura quattro nomination ai Razzie Awards di Hollywood come peggior film, peggiore attore protagonista per Mark Wahlberg, peggior regista e peggiore sceneggiatura a Shyamalan.
Tuttavia oggi, alla luce degli eventi legati alla pandemia, questo film è davvero illuminante e non meriterebbe le peggiori nomination. In questo articolo vi spiego perché.

Chi è il regista del film M. Night Shyamalan

Manoj Nelliyattu Shyamalan (nome d’arte M. Night Shyamalan) è regista, attore, sceneggiatore e produttore cinematografico. Di origini indiane, è naturalizzato statunitense. Tra i suoi più grandi successi ci sono “Il sesto senso” (1999), “Il predestinato” (2000), “Signs” (2002), “The Village” (2004).

La trama del film “E venne il giorno” (The Happening)

Nel film “E venne il giorno” il nord est degli Stati Uniti subisce un attacco chimico da parte di una neurotossina. Questa tossina manda in tilt il cervello umano, portando gli individui al suicidio nei modi più macabri. Inizialmente si pensa che sia una attacco terroristico ma poi si scopre che questa tossina è rilasciata dalle piante quando si sentono minacciate da qualcosa (forse l’uomo?). Si tratta di un meccanismo di difesa del mondo vegetale, che non può fuggire di fronte ad un pericolo e quindi cambia la propria composizione chimica interna per allontanare la minaccia.

I protagonisti del film sono Elliot Moore, docente di scienze al liceo (interpretato dall’attore Mark Wahlberg), sua moglie Alma, e la nipote Jess (figlia del fratello di Alma).
I tre fuggono da Philadelphia in treno, diretti a Harrisburg, dove sono convinti che non ci sia pericolo.
Tuttavia il loro treno si ferma in aperta campagna, perché ha perso i contatti con tutte le stazioni. Da qui il viaggio dei tre continua in maniera burrascosa, tra incidenti, paure, ipotesi, piani di salvezza, ricerca di rifugi sicuri, crisi emotive. Non mancano scene di suspense e horror-splatter.

La scienza può spiegare ogni cosa? Secondo il regista no

All’inizio il professor Elliot sta facendo una lezione in classe, in cui discute sul perché le api sono scomparse da tutti gli Stati Uniti. Chiede agli studenti quali possono essere le cause: uno risponde per un virus, un altro per l’inquinamento, un altro per il riscaldamento globale. L’ultimo interrogato (che sembra snobbare il problema) offre una risposta che il professore definisce esatta: dipende da un atto della natura che non capiremo mai del tutto. Alla fine la scienza tirerà fuori una ragione plausibile. Ma sarà solo una teoria a cui tutti crederanno, solo perché non possiamo accettare che ci siano forze che vanno al di là della nostra conoscenza.

Sulla lavagna si legge poi una frase di Einstein: “Se le api scomparissero dalla faccia della Terra, allora gli uomini potrebbero avere solo 4 anni di vita.”

Il cognato di Elliot, Julian, è anche lui professore nello stesso istituto e insegna matematica. Le sue teorie basate su calcoli precisi vengono un po’ alla volta smontate. Nell’incipit della storia afferma che ci sono zero possibilità che Philadelphia venga contaminata. Per rassicurare sua madre al telefono le butta lì dei numeri, perché è convinto che fornire delle percentuali serva alle persone per sentirsi sicure.

Forse nemmeno lui è pienamente convinto che la nostra vita sia guidata da numeri, statistiche e regole logiche. Infatti prima di lasciare sua figlia Jess a sua sorella Alma, le dice con tono severo: “Non prendere la mano di mia figlia se non lo vuoi davvero.” Quindi anche per lui esiste un lato emotivo ed irrazionale che può cambiare la vita propria e degli altri.

Perché la scienza non riesce a spiegare la natura

Le teorie che vengono avanzate nel corso della narrazione si rivelano sbagliate: si pensa che la tossina colpisca solo le grandi città, poi si vede che sta colpendo anche i piccoli centri. Elliot arriva a supporre che gli alberi e le piante rilascino la tossina solo quando si sentono minacciate da gruppi consistenti di persone e quindi suggerisce di viaggiare in piccoli gruppi di 5-10 persone. Anche questa teoria si rivela sbagliata.

Nel finale vediamo l’intervista di un docente dell’università di Chicago, William Ross. Il professore spiega che si è trattato di un evento della natura che non capiremo mai del tutto, iniziato giovedì 8:33 e finito alle 9:27 del giorno successivo. Tuttavia non è finita perché si è trattato di un preludio, un avvertimento.

Ed è un previsione giusta: nelle ultime scene del film la pandemia da neurotossina si scatena a Parigi.

Una spiegazione del film “E venne il giorno” alla luce degli eventi del 2020

A chi ha visto il film all’epoca della sua uscita sarà sembrata una storia stupida, che non offre alcuna spiegazione sul perché è avvenuto tutto ciò.

Ci sono molti elementi buttati lì senza alcuna connessione con la trama: la relazione di Alma con il suo collega di lavoro, la coppia di vivaisti, la model home con il cibo e le piante finte, i due giovani che vengono uccisi da un residente barricato in casa, la signora Jones che vive senza tv e senza contatti con il mondo.

Ma alla luce di quello che è successo nel 2020 ecco una spiegazione del film “E venne il giorno”. Prima di tutto forse non c’è una risposta diretta e precisa per i disastri della natura. In secondo luogo la causa indiretta di queste tragedie è l’uomo e il suo modo di vivere, sempre più distruttivo nei confronti del mondo in cui vive.

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