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Un po’ alla volta stiamo trasferendo gli articoli sul nuovo blog www.themaustore.it facendo anche diversi aggiornamenti sui contenuti. Da agosto 2024 ci trovate esclusivamente in quel sito mentre questo non sarà più raggiungibile! Vi aspettiamo li’!

Tokyo Godfathers, l’anime da guardare nelle feste natalizie

Molti definiscono “Tokyo Godfathers” (lett. “i padrini di Tokyo”) un anime da guardare durante le festività di Natale per la sua ambientazione e anche per il tema. Questo film d’animazione di circa 90 minuti si svolge a ridosso del capodanno, in una Tokyo ricoperta dalla neve.

L’ispirazione dal romanzo “Three Godfathers” del 1913

La pellicola risale al 2003 ed esce dalla mente di Satoshi Kon, lo stesso di Perfect Blue. Ma non è tutta farina del suo sacco. L’autore ha preso ispirazione dal romanzo “Three Godfathers” (1913) di Peter Kyne, che parla di tre rapinatori di banche in fuga nella frontiera dell’ovest americano. La loro corsa si ferma quando incontrano una donna che sta per partorire e che li supplica di prendersi cura del suo bambino.

Lei muore poco dopo e loro decidono di tenere il neonato. La vita dei tre rapinatori viene così ribaltata da questa presenza inusuale che li fa ricredere sul loro operato. “Three Godfathers” ha ricevuto diversi adattamenti cinematografici, tra i quali “In nome di Dio” (1948) di John Ford, un film ambientato tra i cowboy.

Chi sono i protagonisti di Tokyo Godfathers

La storia di Satoshi Kon ha un’ambientazione e personaggi completamente diversi. Siamo a Tokyo e i tre protagonisti sono emarginati sociali, dei barboni senzatetto che però non hanno ancora chiuso i conti con il passato…
Scopriamoli uno ad uno.

Hana, il trans che sogna di diventare mamma

Hana è un uomo alto, statuario, che però ha deciso di vestire i panni di una donna, cambiando nome. Così ha iniziato a lavorare come drag queen in un locale. La vita di Hana subisce un duro colpo quando il suo migliore amico, Ken, muore di Aids. Inoltre una sera ha un acceso diverbio con un cliente e finisce a prenderlo a scazzottate. In preda al rimorso, se ne va da quel locale e da quel gruppo di amicizie che erano la sua unica famiglia. Comincia così la vita da senzatetto. Sogna di diventare mamma e di dare a suo figlio tutto l’amore che non ha mai avuto.

Gin, un alcolizzato che rinnega il suo passato

Gin è un uomo di mezza età, alcolizzato. Racconta varie bugie sulla sua provenienza, perché non vuole svelare la realtà dei fatti. Dice di essere stato un campione di ciclismo, escluso dalle gare per doping; di aver perso la figlia per una brutta malattia e successivamente la moglie a causa del dolore. In realtà sua moglie e sua figlia sono vive e vegete. Gin é scappato di casa perché aveva rovinato la loro vita: il suo negozio di biciclette faticava a decollare e lui passava le giornate tra vizi e dipendenze varie, sperperando denaro.

Miyuki e l’accoltellamento del padre poliziotto

Miyuki è una ragazzina ribelle, un po’ paffuta e in piena crisi adolescenziale. Per farsi notare dal padre poliziotto, troppo preso dal lavoro, ha pensato bene di accoltellarlo durante una lite familiare. Così è dovuta scappare di casa. Fortunatamente ha trovato Hana e Gin che hanno deciso di prendersi cura di lei. Negli ultimi sei mesi quindi Miyuki ha vissuto con loro e crede di essere ricercata per tentato omicidio. In realtà il padre ha solo buone intenzioni nei suoi confronti e la vuole ritrovare per portarla a casa.

Trama e recensione di Tokyo Godfathers

La vita di questi tre senzatetto uniti dal caso cambia radicalmente in una notte tra Natale e Capodanno. Stanno rovistando nella spazzatura quando trovano una neonata. Nella culla ci sono alcuni indizi sui suoi genitori, tra i quali una loro foto. I tre decidono di andare a cercarli.

Hana da alla bambina il nome di Kiyoko, lo stesso della figlia di Gin (che inizialmente tutti credono morta perché Gin non racconta la verità). Kiyoko significa bambina (“ko”) pura (“kiyo”). Da lì parte un’avventura che ha dell’incredibile e in cui avvengono fatti misteriosi e coincidenze impensabili.

Fuori da un cimitero i tre senzatetto trovano Ota, un uomo facoltoso incastrato sotto la sua auto. Lo aiutano a liberarsi e poi gli mostrano la foto dei due genitori della neonata. Lui dichiara di conoscere la donna: si chiama Sachiko e lavorava come barista in un club di Tokyo con il nome d’arte di Midori. Appena rimase incinta, abbandonò il lavoro. L’uomo, per riconoscenza nei confronti dei tre, li porta proprio in quel club, dove quel giorno si tiene il matrimonio di sua figlia con il proprietario del locale.

I tre senzatetto in balia delle bande criminali

Il matrimonio però viene interrotto da un tentato omicidio. Un uomo latino americano, travestito da cameriera, cerca di sparare a Ota. Lo sposo si mette in mezzo e viene colpito al suo posto dai proiettili. Si tratta di un regolamento di conti tra bande criminali rivali. Il sicario fugge tenendo in ostaggio Miyuki e la neonata Kiyoko. Ma l’uomo si rivela essere molto gentile con loro: le porta nel suo appartamento e sua moglie (che è una neomamma) allatta Kiyoko.

Intanto Hana e Gin litigano e si dividono alla ricerca di Miyuki e della neonata. Gin incontra un vecchio clochard che sta per morire e lo assiste. Il clochard gli regala una borsetta che dice essere molto importante. All’improvviso i due subiscono un pesante pestaggio da una baby gang. Il vecchio muore e Gin viene trovato in pessime condizioni da una drag queen, che lo porta nel suo club notturno.

Nel frattempo Hana trova Miyuki e Kiyoko e insieme vanno nel club dove lavorava Hana come drag queen. Guarda caso è lo stesso dove è stato accolto Gin. Il giorno seguente i tre si rimettono alla ricerca dei genitori di Kiyoko: giungono alla sua casa ma scoprono che è stata demolita. Le vicine pettegole li informano che i due coniugi litigavano spesso, il marito era alcolizzato e dipendente dal gioco d’azzardo. Sachiko portava avanti la famiglia lavorando come barista.

Il trio continua la sua ricerca ma ad un certo punto Hana si sente male e devono condurla in ospedale. Alla reception Gin incontra sua figlia, che (ricordiamolo) ha lo stesso nome della neonata, cioè Kiyoko. Lei ora lavora come infermiera. I due hanno modo di chiarirsi e Kiyoko lascia il suo numero di telefono al padre.

I tre protagonisti trovano la “madre” della neonata

Usciti dall’ospedale i tre incontrano una donna che vuole buttarsi da un ponte. Cercano di fermarla e la donna riconosce nella neonata la sua bambina! Quindi lei è Sachiko! Hana chiede a Sachiko perché ha abbandonato sua figlia e la donna spiega che è stato suo marito ad abbandonarla.

Hana e Miyuki restituiscono la bambina alla madre e se ne vanno felici. Ma Gin intanto ha scoperto dell’altro: ha trovato il marito di Sachiko che gli ha spiegato che quella non é la loro bambina! Il neonato partorito da Sachiko era morto e la donna ne aveva rapito uno dal reparto neonatale. Al telegiornale Gin ha la conferma delle parole dette dall’uomo: le forze dell’ordine stanno cercando la neonata rapita!

Gin informa le sue amiche e i tre partono all’inseguimento di Sachiko per riprendere la bambina. Finiscono sul tetto di un edificio, dove la donna si vuole lanciare con la bambina. Sapete come finisce?

Il significato del film Tokyo Godfathers

Durante il film si sono verificati vari episodi inspiegabili e soprannaturali. Hana con in braccio la bambina è stata sfiorata da un’auto in corsa che non si è fermata alle strisce pedonali.

I tre protagonisti e la piccola Kiyoko sono stati mancati da un’ambulanza impazzita che è uscita fuori strada, schiantandosi in un negozio. Che dire poi di tutte le assurde coincidenze e gli incontri provvidenziali?

Il finale non può essere meno magico: Sachiko viene tirata in salvo mentre Hana cade nel vuoto con in braccio la neonata… ma un soffio di vento magico le fa planare entrambe a terra come piume!

Infine vediamo una scena po’ da strappalacrime: Kiyoko viene riportata ai veri genitori che vogliono ringraziare i tre protagonisti, ricoverati in ospedale. I genitori sono accompagnati da un ispettore di polizia che è il padre di Miyuki. Potete immaginare la sorpresa di padre e figlia che si rivedono! Gin intanto ha con sé la borsina del vecchio clochard morente, dalla quale esce… un biglietto della lotteria vincente!

Ma Kiyoko, la neonata, è dunque una bambina magica? Secondo me no. Sapete cosa ha scatenato la magia e i fenomeni soprannaturali? E’ stata l’unione delle anime dei protagonisti. Loro vivevano senza più speranza ed entusiasmo ma grazie alla bambina hanno riscoperto cosa significa avere un scopo e dare un senso alla propria esistenza e questo è stato un mix magico di energia positiva!

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