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Jojo è sopravvalutato? Ecco perché questo manga piace tanto

Secondo molti lettori, il manga Le bizzarre avventure di Jojo è sopravvalutato. Ma perché allora quest’opera ha avuto tanto successo? Cerchiamo di capirne i motivi in quattro punti.

Jojo è sopravvalutato? Ecco perché questo anime piace tanto

1. Le bizzarre avventure di Jojo, uno dei battle shonen più amati degli anni ‘80

JoJo’s Bizarre Adventure è un manga di Hirohiko Araki pubblicato a partire dal 1987. La produzione non si è fermata e il mangaka sta lavorando all’ottava serie JoJolion.
Jojo nasce quindi negli anni ‘80 assieme ad altre pietre miliari del mondo manga shonen, come Dragon Ball e Hokuto no Ken (Ken il guerriero).

I manga shonen si caratterizzano per la presenza di battaglie, scontri all’ultimo sangue, combattimenti individuali e di gruppo. Sono rivolti ad un pubblico maschile. La trama segue le vicende di uno o più protagonisti, impegnati a raggiungere un obiettivo. Il cammino verso la meta però è costellato da ostacoli, fino alla prova suprema e più difficile. E’ quasi sempre presente un antagonista principale da sconfiggere nell’ultimo duello. Nel corso della storia si incontrano vari antagonisti minori.
Molti manga battle shonen degli ultimi decenni hanno tratto ispirazione da queste opere degli anni ‘80.

2. Gli elementi peculiari della storia di Jojo

Come dicevo all’inizio Le bizzarre avventure di Jojo è un’opera non ancora conclusa. Hirohiko Araki ha creato una storia complessa ma nel contempo facile da seguire. Ogni serie è indipendente dalle altre ma c’è un filo conduttore che le lega tutte ed è il legame di sangue tra i protagonisti. Infatti sono tutti membri della famiglia Joestar.

Inoltre nella trama sono presenti una serie di elementi innovativi, che sono stati ripresi anche da opere successive.
Ad esempio lo stile dei combattimenti, l’umorismo di alcune scene, l’utilizzo da parte dei personaggi di poteri psichici che si materializzano cioè gli “Stand” introdotti nella terza stagione, i numerosi riferimenti alla cultura occidentale e americana (i tarocchi, gli artisti e gli album musicali rock, la moda) e al mondo egizio.

Del maestro Hirohiko Araki viene apprezzato molto anche lo stile del disegno e la caratterizzazione dei personaggi. Araki è collega di Tetsuo Hara e Buronson, disegnatori di Hokuto no Ken. I suoi personaggi assomigliano molto a quelli di Kenshiro ma in più hanno una moltitudine di dettagli nell’abbigliamento e nell’aspetto, quasi da avanguardia. Molti criticano questo stile, che rende i combattimenti caotici e poco definiti.

3. Il successo degli Stand della terza stagione

La terza stagione è una di quelle più amate, soprattutto per l’introduzione degli Stand, tanto che molti saltano la prima e la seconda stagione. In ogni caso le prime due sono importanti per capire qual è il motore della vicenda. Nella prima stagione incontriamo Dio Brando, l’antagonista principale, e il primo membro della casata dei Joestar, Jonathan. La seconda stagione invece ci permette di conoscere Joseph Joestar, che fa da apripista per l’avventura di Jotaro nella terza serie.
Alcuni “puristi” considerano la terza serie come un declino nella narrazione, vedendo gli Stand come elementi che servono solo a tirare per le lunghe la trama.

4. Jojo sopravvalutato? Forse non in Italia. Ecco cos’è successo alla serie anime

In Italia Jojo probabilmente non ha avuto il successo sperato, perché le serie anime non hanno ancora ricevuto un doppiaggio.
In ogni caso nel resto del mondo la serie manga è una delle più apprezzate e discusse. E forse la mancanza di un doppiaggio italiano per l’anime non è stato poi un male. L’anime verrebbe data in pasto a milioni di spettatori che magari non lo capirebbero. L’opera cartacea invece rimane appannaggio dei fan che hanno seguito le vicende fin dall’inizio!

Comunque si sta discutendo da mesi riguardo ad un possibile doppiaggio in italiano dell’anime, quindi speriamo che questo progetto vada in porto nel 2021.

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